L‘equity crowdfunding
Tutte le operazioni in ambito di credito orinario, negoziazione di crediti commerciali e emissioni di prestiti obbligazionari quotati o meno, pur portando nuova finanza in impresa, al contempo appesantiscono la posizione debitoria delle stesse, non sempre in ambito Centrale Rischi che valuta gli affidamenti complessivamente concessi all’impresa senza tener conto dell’esposizione che l’azienda ha nei confronti di investitori a mercato, ma come valori di bilancio. Il sistema delle PMI con un fatturato compreso fra i 2 e i 50 milioni (che rappresentano il 90% della nostra clientela) è generalmente sottocapitalizzato e gli indicatori di bilancio considerati per il merito creditizio abitualmente ne soffrono. Alcune di queste aziende potrebbero essere idonee ad intraprendere un progetto di patrimonializzazione dell’azienda attraverso campagne di crowdfunding che consentirebbero di riequilibrare il rapporto fra mezzi di terzi e mezzi propri senza particolari impatti sulla governance dell’azienda.
Alcune delle imprese assistite nel corso di questi due ultimi anni sul lato debito hanno avuto esperienze più o meno positive anche sul lato equity con i fondi di investimento. Operare però con fondi di investimento con logica solo finanziaria e non strategico produttiva porta generalmente nel tempo ad una difficoltà di rapporti fra il socio industriale ed il socio finanziario, dal momento che operano con logiche spesso differenti e, a volte, divergenti.
La partecipazione di un fondo all’interno dell’azienda se da una parte svolge un ruolo importante apportando capitale di rischio che rappresenta una positiva iniezione di linfa finanziaria, dall’altro è abbastanza impattante in quanto va a influire sulla governance dell’azienda, cosa non vista sempre positivamente dai soci dell’impresa.
Con il nuovo regolamento Consob, al via il 3 gennaio 2018, anche le Pmi tradizionali possono raccogliere fondi online sulle piattaforme di equity crowdfunding autorizzate in Italia. Fino ad oggi lo strumento era stato limitato a startup, Pmi innovative e veicoli di investimento specializzati in innovazione.
L’equity crowdfunding è un’evoluzione del crowdfunding tradizionale (raccolta di fondi online), che permette a una società di incassare finanziamenti online. Gli investitori che contribuiscono alla raccolta ottengono un titolo di partecipazione all’azienda, accedendo a tutti i diritti patrimoniali e amministrativi che ne conseguono. La quota media assegnata in Italia si aggira sul 15%.
Dal punto di vista delle imprese, il vantaggio è di aprirsi un sistema di finanziamento innovativo e “democratico”, nel senso che l’esito della raccolta dipende in buona parte dalla valutazione sulla qualità del proprio business plan e non da fattori collaterali come il network di conoscenze o la zona di provenienza, almeno in teoria. Una via di uscita interessante per le Pmi che non riescono a ottenere credito dal sistema bancario, ma anche un’alternativa al mercato - carente - dei venture capitalists attivi in Italia.